FIBROMI UTERINI: facciamo chiarezza
Un fibroma uterino è un tumore benigno composto da tessuto muscolare e fibroso all’interno dell’utero.
Quando presenti, i sintomi tipici dei fibromi possono essere:
- Mestruazioni più abbondanti e/o dolorose
- Sanguinamenti intermestruali
- Aumentata frequenza di minzione
- Dolore durante i rapporti
- Dolore lombare alla schiena
- Gonfiore addominale
- Alterazioni dell’alvo
- In alcuni casi disturbi della sfera riproduttiva quali infertilità, maggior rischio di aborto e parto prematuro
Il sintomo più comune è la comparsa di un sanguinamento uterino anomalo (vedi sul blog articolo a riguardo), in termini di abbondanza e durata (mestruazioni abbondanti e prolungate).
I sintomi tendono ad accentuarsi durante le mestruazioni, quando fisiologicamente l’utero tende ad aumentare le sue dimensioni. In rari casi il fibroma può provocare un dolore acuto, quando il flusso sanguigno che lo nutre è troppo scarso. Se non riceve nutrimento il fibroma inizia ad andare in necrosi, i prodotti della degenerazione del fibroma possono filtrare nei tessuti circostanti, provocando ulteriore dolore e a volte febbre.
Se il fibroma è peduncolato (cioè collegato alle pareti uterine solo tramite un peduncolo) può diventare molto doloroso se il peduncolo si torce, diminuendo così l’afflusso di sangue.
La diagnosi è confermata mediante un esame pelvico e di solito un’ecografia transvaginale e transaddominale. Il trattamento medico è necessario solo se il fibroma causa problemi e alterazioni della qualità di vita (ad es flussi mestruali abbondanti, dolore addominale, senso di pesantezza o ingombro vaginale)
Fino al compimento dei 45 anni, circa il 70% delle donne sviluppa un fibroma o mioma.
Molti miomi sono piccoli e non causano sintomi, ma circa ¼ delle donne caucasiche e circa la metà delle donne di colore sviluppano miomi sintomatici. I miomi sono più frequenti nelle donne sovrappeso
Le cause di tale sviluppo non sono chiaramente note, pare che a stimolarne la crescita intervengano elevati livelli di estrogeni e progesterone. I miomi possono aumentare di dimensioni durante la gravidanza, quando i livelli di tali ormoni aumentano, e diminuire in menopausa, quando c’è un calo degli ormoni stessi, questo propende per la teoria ormonodipendente, che non è comune, comunque, a tutte le donne. Infatti, esistono altre possibili concause.
Si tratta probabilmente dell’insieme di numerosi fattori, il risultato di una combinazione di cause, genetiche, ormonali, ambientali. Sono stati evidenziati in modo più o meno certo numerosi fattori in grado di favorire o ridurre la probabilità di sviluppo di fibromi, tra cui l’età. Infatti, sono più comuni tra i 40 e i 50 anni. La familiarità, infatti avere una familiare diretta, madre, sorella, zia con miomi aumenta la possibilità di svilupparli a propria volta. Nel caso di una mamma, ad esempio, la figlia è associata a un rischio tre volte maggiore rispetto alla media. Altro fattore di rischio è l’obesità, infatti le donne obese presentano maggiori rischi di sviluppare miomi, nel caso di obesità grave la probabilità media è di 2-3 volte superiore. Stretta associazione c’è anche con l’alimentazione, infatti un consumo eccessivo di carne rossa e prosciutto è legato ad un aumento del rischio, mentre un abbondante consumo di verdura sembra essere un fattore protettivo.
Ci sono poi ipotesi e teorie relative a ipertensione, nulliparità, deficit di vitamina D; mentre potrebbero essere fattori protettivi la gravidanza (il rischio diminuisce all’aumentare del numero di gestazioni vissute), uso a lungo termine della pillola anticoncezionale.
Oltre il 50% dei leiomiomi è asintomatico, per cui per cui è piuttosto comune scoprirli in corso di accertamenti propedeutici alla gravidanza o prescritti per altre motivazioni; è inusuale che diano sintomi prima dei 30 anni e tendono a scomparire con la menopausa, anche se il loro impatto sulla qualità della vita della donna è notevole. Spesso, non sono le dimensioni, ma è la sede ad avere maggiore influenza sul tipo e sulla gravità della sintomatologia.
Se si sviluppano in modo eccessivo non riescono a ricevere sangue a sufficienza, per cui degenerano causando dolore. Le dimensioni sono estremamente variabili, possono essere millimetrici così come grandi come un’arancia.
Si possono sviluppare in varie parti dell’utero e pertanto si differenziano in:
sottosierosi – sulla superficie esterna dell’utero
intramurali – nel contesto del miometrio
sottomucosi – tra parete muscolare miometrio e parete endometriale (detti anche intracavitari perché aggettano in cavità uterina, dove si impianta l’embrione al momento della gravidanza)
I fibromi solitamente non sono singoli e soprattutto, rasserenando chi li ha, raramente degenerano in patologia maligna
La terapia solitamente è medica, di attesa si intende. Diversi anni fa si osservava il mioma e si valutava ecograficamente ogni 3-6 mesi un eventuale incremento volumetrico. Oggi la sorveglianza medica è attiva, nel senso che si consiglia sempre una terapia medica che può essere diversa a seconda delle esigenze e delle età della donna. Ne parleremo presto nel blog. La terapia chirurgica si sceglie se la terapia medica non è efficace, o se il mioma è sintomatico, o se preclude la possibilità di un esito positivo della ricerca di una gravidanza