Il muco cervicale 

Il muco cervicale è una sostanza filamentosa prodotta naturalmente all’interno della cervice, come dice la parola stessa, per proteggere l’utero da agenti esterni e infezioni. Oltre a questa importante funzione, però, il muco cervicale si modifica nelle varie età della donna e durante tutto il ciclo mestruale stesso. Il muco cervicale è un idrogel composto per il 90% di acqua, in cui sono presenti elettroliti, zuccheri, proteine, grassi ed enzimi; per l’elevata componente acquosa si sottolinea sempre in donne che cercano la gravidanza un’adeguata idratazione quotidiana.

Una delle principali funzioni del muco cervicale dal punto di vista evoluzionistico è che protegge gli spermatozoi dall’ambiente acido vaginale e fornisce loro energia e nutrimento per risalire lungo le vie genitali femminili. Inoltre, favorisce l’immagazzinamento degli stessi nelle cripte della cervice da cui vengono rilasciati in maniera lenta e continua.

Il muco cervicale seleziona gli spermatozoi dotati di migliori morfologia e motilità e ne permette la capacitazione, un processo di cambiamento della membrana acrosomiale necessario per la penetrazione nella cellula uovo.

Clinicamente l’interazione muco-seminale si può valutare con un esame chiamato “post-coital test”, tuttavia, l’esame non è quasi più effettuato perché l’esito non correla con la prognosi riproduttiva della coppia. Inoltre, le tecniche di procreazione medicalmente assistita hanno spostato gli interessi della ricerca in ambito riproduttivo, bypassando lo studio del muco cervicale. Vedremo invece come resta di fondamentale importanza indagare il fattore cervicale di infertilità, attraverso l’educazione all’osservazione quotidiana del muco da parte della donna stessa.

  1. COME CAMBIA IL MUCO CERVICALE DURANTE IL CICLO MENSILE

Dopo le mestruazioni il muco inizia a essere prodotto dalle cellule della cervice sotto l’influenza degli estrogeni ovarici e si presenta denso, bianco e appiccicoso. Questo tipo di muco protegge dalle infezioni e impedisce l’ingresso degli spermatozoi nell’utero (in quanto ancora non è avvenuta l’ovulazione). Nel giro di qualche giorno a livello ovarico si attiva il processo di maturazione follicolare, con produzione esponenziale di estrogeni. Tali elevatissimi livelli estrogenici producono delle chiare modificazioni a livello del muco: esso, arricchendosi di acqua (circa 98% della sua composizione), diventa più fluido, di aspetto simile alla chiara dell’uovo, facilitando in questo modo la penetrazione degli spermatozoi nelle vie genitali femminili. Questo muco è definito fertile o estrogenico e può essere riconosciuto dalla donna a livello vulvare mediante la percezione di umidità. Una volta avvenuta l’ovulazione si assiste a un ulteriore evidente cambiamento delle caratteristiche del muco, che torna a essere denso e appiccicoso (la componente acquosa si riduce al 92%), producendo nella donna una sensazione di secchezza. Questo è il segno che l’ovulazione è avvenuta e il corpo luteo ha iniziato la produzione di progesterone; ancora una volta il muco torna a essere ostile alla penetrazione degli spermatozoi (non è più necessaria tale funzione e torna a proteggere dalle infezioni).

L’assenza del tipico andamento evolutivo del sintomo del muco può far sospettare un fattore cervicale di infertilità.

È stato ampiamente dimostrato che esiste una correlazione tra il picco del muco, lo scoppio del follicolo evidenziato ecograficamente (ovulazione) e il picco plasmatico e urinario di LH (ormone luteinizzante); in media l’ovulazione avviene 16,5 ore dopo il picco di LH. L’osservazione e la percezione del muco non sono strumenti utili solo per la donna che vuole cercare o evitare una gravidanza, ma per tutte le donne: il riconoscimento della mancata ovulazione può infatti portare la donna all’attenzione medica prima che il disordine ovulatorio si evidenzi clinicamente con la difficoltà del concepimento o altri problemi di salute, permettendone una diagnosi e un trattamento precoci.

In caso di infiammazioni croniche, che possono verificarsi in presenza di ectropion estesi in cui le cellule cervicali sono esposte all’ambiente acido vaginale, si osserva un muco denso e giallastro in cui gli spermatozoi non riescono a sopravvivere. In questi casi l’esecuzione di semplici indagini diagnostiche come tampone vaginale, Pap test, eventuale colposcopia consentono di fare diagnosi e di effettuare trattamenti mirati.

La policistosi ovarica, prima causa di infertilità nel mondo occidentale, è caratterizzata da anomalie ormonali con iperestrogenismo: in questo caso la donna potrebbe osservare fasi lunghe e variabili di muco “estrogenico”, senza che vi sia un franco picco né una fase luteale adeguata.

Allo stesso modo, in caso di carenze ormonali per problemi ipotalamici-ipofisari (ad es., anoressia nervosa), si possono osservare assenza di muco o muco scarso e denso associato a perenne sensazione di secchezza. In questo caso è indicato effettuare dei dosaggi ormonali di estrogeni e progesterone mirati sulle registrazioni, che tipicamente evidenziano profili subottimali.

È importante sensibilizzare le donne sulla loro capacità di osservare i sintomi di fertilità rivalutandone il ruolo attivo nella gestione del loro problema. Questo è un valido esempio di collaborazione medico-paziente, attualmente molto raccomandato in tema di buone pratiche cliniche e che porta sicuramente a maggiori successi in termini riproduttivi.

  • COME CAMBIA IL MUCO CERVICALE IN GRAVIDANZA

L’ aspetto del muco cervicale nella fase iniziale della gravidanza è caratteristico, è uno dei primi sintomi che indicano l’inizio della gravidanza, se la donna ha posto attenzione alle sue caratteristiche nei mesi precedenti

In alcune donne, non sempre e non in tutte, si osservano nella fase dell’impianto delle piccole perdite di muco denso frammiste a sangue, possono essere un segnale positivo se si cerca una gravidanza.

Durante la gravidanza, espletato il suo ruolo in ambito di fertilità e con il notevole cambiamento ormonale che si verifica, il muco cervicale cambia completamente consistenza diventa una sorta di “tappo mucoso”, che protegge l’utero e quindi il sacco amniotico e il feto dalle infezioni vaginali. L’inconveniente di questa fase è che diminuendo la componente acquosa cambia sia la consistenza del muco cervicale, ma anche il ph vaginale per le variazioni ormonali placentari e la donna gravida spesso avverte secchezza vaginale

Nella fase finale della gravidanza il muco cervicale diventa più fluido, a volte molto liquido (idrorrea gravidica). Quando il collo dell’utero si espande produce perdite abbondanti gelatinose, di colore giallo o marrone chiaro.

Perdere il tappo di muco può voler dire che il travaglio si sta avvicinando.

Chi sono

Sono un medico specializzato in Ginecologia e Ostetricia, mi occupo di procreazione medicalmente assistita, aiuto le coppie a coronare il loro grande sogno di diventare genitori e le donne ad ascoltare e conoscere il proprio apparato sessuale.

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