Oh NO! Di nuovo la Cistite
Vediamo cosa accade al nostro corpo
La cistite batterica è un incubo per chi ne soffre in maniera ricorrente, è un’infezione tipica del sesso femminile, spesso compare postcoitale e se sottovalutata può cronicizzare in maniera inevitabile. Non possiamo permetterlo va trattata in modo adeguato.
La cistite batterica acuta è una delle infezioni femminili più comuni nella donna, e il 50-60% delle donne adulte avrà una cistite nella sua vita. Generalmente il primo episodio coincide con l’inizio dell’attività sessuale. Nella maggior parte dei casi le cistiti sono “non complicate”, ovvero compaiono in donne sane che non hanno alcuna alterazione delle vie urinarie.
La cistite batterica cronica o ricorrente viene definita come la comparsa di tre o più episodi di cistite in un anno. L’incidenza della cistite batterica ricorrente non è certa, ma alcuni studi riportano una percentuale di recidiva intorno al 27-40% di tutte le cistiti acute. La maggior parte delle cistiti ricorrenti si presentano entro i primi tre mesi dalla infezione primaria
La cistite batterica cronica è considerata una “reinfezione” quando è provocata da un batterio diverso da quello che ha causato il precedente episodio; è considerata una “ricorrenza” quando è causata dallo stesso batterio ma dopo che ci sia stata un’urinocoltura negativa o un intervallo di tempo di almeno 2 settimane tra le due infezioni. È invece considerata una “persistenza” quando, nonostante l’effettuazione di una adeguata terapia, continua ad essere presente lo stesso batterio iniziale, in un tempo inferiore a 2 settimane.
I sintomi della cistite batterica cronica sono pressoché sovrapponibili a quelli della cistite acuta, ma spesso sono meno acuti e più persistenti.
- Bisogno frequente e urgente di urinare;
- Sensazione di peso in vescica;
- Bruciore e/o dolore vescicale più o meno costante, che aumenta alla minzione;
- Bruciore e/o dolore uretrale;
- A volte sangue e/o cattivo odore nelle urine;
- A volte febbre e/o dolore addominale;
- Minzioni notturne ripetute;
- Pollachiuria (cioè necessità di urinare più frequentemente del normale);
- Rapporti sessuali dolorosi.
I batteri uropatogeni che provocano la cistite fanno parte della flora fecale (vengono cioè dall’intestino). La normale flora batterica dell’area periuretrale, vulvare e perineale viene rimpiazzata da batteri uropatogeni, ciò è più frequente dopo il coito per la contaminazione con i batteri fecali, per caratteristiche anatomiche di ognuna e per vicinanza anatomica tra retto, vagina e uretra. Gli uropatogeni colonizzano la vagina e l’uretra distale e successivamente ascendono nella vescica e causano l’infezione. Il meccanismo di propagazione è lo stesso, sia per le cistiti sporadiche che per quelle ricorrenti.
L’attore principe delle cistiti croniche è l’Escherichia Coli responsabile di circa l’80% degli episodi di cistite. Altri patogeni sono lo Staphylococcus saprophyticus, la Klebsiella pneumoniae e il Proteus mirabilis, responsabili di circa il 4% dei casi.
Inoltre i recenti studi mostrano come l’E. coli formi grandi serbatoi di batteri dormienti negli strati superficiali e profondi della parete vescicale che si radicano nei tessuti già dopo una prima infezione, racchiusi e protetti da una rete di matrice polimerica prodotta da loro stessi detta biofilm. Queste comunità di batteri, annidati dentro la matrice che aderisce alla superficie dell’urotelio, sono difficilmente aggredibili dai meccanismi immunitari dell’ospite e dalla terapia antibiotica e, riattivandosi regolarmente a seguito di eventi scatenanti, possono dar luogo a infezioni recidivanti.
l’Escherichia coli penetra nelle cellule dell’urotelio e forma i biofilm batterici; a seguito di un evento scatenante si moltiplica fino al punto da provocare la lisi cellulare e fuoriuscire in vescica, contamina nuovamente l’urina replicandosi e aumentando le sue colonie e provoca una ulteriore cistite. La causa prima della cistite cronica è una reinfezione che parte dall’interno del corpo stesso! È ampiamente dimostrato ormai che l’infezione cronica non è causata solo dalla presenza di batteri nelle urine
Esistono numerosi meccanismi nel nostro corpo in grado di contrastare la contaminazione batterica, vediamoli insieme:
- Il flusso urinario, che dirigendosi dalla vescica verso l’esterno lava via i microbi non adesi o poco adesi alla mucosa. Il rallentamento del flusso, l’aumento del residuo post-minzionale (tipicamente nel prolasso vescicale), l’incontinenza, sono fattori predisponenti l’infezione urinaria.
- Il pH urinario acido, la presenza di sali, urea e sostanze acide nelle urine, che riducono la sopravvivenza batterica nel tratto urinario. Quando il pH urinario sale cala il potere protettivo.
- La glicoproteina di Tamm-Horsfall che è presente nelle urine di un soggetto sano, chela gli antigeni dell’ E. Coli agendo sulle fimbrie e sulle proteine di adesione che vengono intrappolate, creando un complesso glicoproteina/batterio che viene eliminato con le urine.
- L’aumentata recettività delle cellule uroteliali all’adesione batterica, che è geneticamente determinata. La secrezione di anticorpi nei fluidi corporei (IgA nella saliva, secreto uretrale o vaginale, ecc) ha un effetto protettivo verso le infezioni batteriche. Studi effettuati hanno mostrato che il 20% delle donne non secerne localmente questi anticorpi (chiamate “non secretrici”) e pertanto queste donne hanno un aumentato rischio di infezioni urinarie ricorrenti, soprattutto in post-menopausa.
- Il rivestimento della mucosa vescicale. L’urotelio (lo strato interno della vescica) è rivestito da una sostanza protettiva mucinosa chiamata GAG (glicosamminoglicano). Il GAG ha una molteplicità di funzioni e si comporta sia come barriera “fisica” che come fattore antiaderente e di difesa contro infezioni e agenti irritanti (es. alcool, peperoncino ecc.). Una diminuzione patologica del GAG provoca un assottigliamento o un “buco” nella barriera mucinosa dell’urotelio, con un indebolimento della sua funzione protettiva e un danneggiamento della sottostante parete vescicale. In questa situazione infatti, i batteri, presenti in vescica adesi in biofilm, oltrepassano la barriera uroteliale, raggiungono lo spazio interstiziale, si annidano e diffondono l’infezione, provocando l’infiammazione cronica dei tessuti della vescica e l’irritazione dei muscoli vescicali, spasmo e dolore.
- Il sigillo uretrale. Le varie strutture che compongono l’uretra, strato mucoso, sottomucoso e muscolare, sigillano il lume uretrale impedendo, da una parte, all’urina contenuta nella vescica di fuoriuscire, dall’altra, ai batteri proveniente dalla vulva e dal perineo di risalire e colonizzare le urine in vescica. Il rapporto sessuale, traumatizzando l’uretra e indebolendo questo meccanismo di chiusura, può creare una condizione favorente la colonizzazione batterica. Inoltre, il calo ormonale dato dalla menopausa, provoca la parziale atrofia di questi tessuti estrogenodipendenti indebolendo il sigillo.
- Gli estrogeni, che favoriscono la colonizzazione vaginale e dell’uretra distale da parte di Lattobacilli che concorrono a mantenere un pH acido inibendo la crescita dei patogeni. Le donne in postmenopausa sono maggiormente suscettibili in quanto, in carenza di estrogeni, gli uropatogeni aderiscono alle cellule epiteliali in maggior numero.
- Il pH vaginale, che fisiologicamente acido aiuta a mantenere un normale ecosistema che si oppone alla colonizzazione batterica. Un pH di 5 o superiore è associato alla vaginosi batterica, vaginite e cistite.
- La flora intestinale. L’alterazione dell’equilibrio della flora batterica intestinale può provocare una crescita eccessiva di entrobatteriacee, batteri intestinali, tra cui sono compresi gli uropatogeni, in particolare l’E. coli. Inoltre, la stipsi è un altro fattore intestinale predisponente le infezioni urinarie ricorrenti.
Questo mese nel mio profilo IG @drvalentinovaleria_ginecologa vi illustrerò alcune soluzioni per evitare le recidive in soggetti predisposti e per trattare gli episodi di cistite acuta
Ricordate che la prevenzione è sempre la chiave di tutto!